Roma Capitale: una riforma possibile?

Si è recentemente svolto un evento di rilievo, organizzato da Maria Elena Boschi e Roberto Giachetti, durante il quale esponenti di tutte le forze politiche si sono confrontati in modo aperto e costruttivo sul futuro di Roma Capitale. Con la conclusione delle audizioni in Commissione Affari Costituzionali, l’incontro ha rappresentato un’opportunità per discutere la possibilità di elaborare un disegno di legge costituzionale condiviso tra maggioranza e opposizione. L’obiettivo è garantire alla città nuovi poteri e risorse, assicurandone lo sviluppo anche oltre le opportunità offerte dal Giubileo e dal PNRR.

 

Roma è la capitale europea con la maggior estensione territoriale, 1.287 chilometri quadrati, con una popolazione comunale di oltre 2.800.000 abitanti. Considerando l’intera area metropolitana, l’estensione territoriale raggiunge i 5.352 chilometri quadrati e la popolazione sale a oltre 4.300.000 abitanti. Un qualunque municipio di Roma (il meno popoloso conta oltre 131.000 abitanti) ha una popolazione superiore a quella di molti capoluoghi di provincia italiani.
A Roma, notoriamente, si concentra l’esercizio delle funzioni di due capitali, quella della Repubblica italiana e quella della Città del Vaticano, con connesse rappresentanze diplomatiche, e ospita grandi organizzazioni internazionali come l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).
Nella Capitale si concentra il 70 per cento del patrimonio artistico italiano e il 30 per cento di quello mondiale e, osservando i dati forniti dall’ISTAT, emerge come Roma Capitale sia il principale attrattore turistico del Paese chiamato a gestire un flusso di circa 30 milioni di presenze annue.

 

La complessità della realtà e della densità urbana, la funzione di capitale, la gestione di un ingente e costante flusso turistico richiedono un’organizzazione e una governance che vadano oltre le capacità ordinarie di un ente territoriale. In questo senso appare indispensabile attribuire maggiore autonomia alla Capitale d’Italia, conferendole la possibilità di godere delle stesse prerogative che da anni, a vario modo, caratterizzano tutte le grandi e medie capitali europee, tra le quali Parigi e Berlino.
La presente proposta di legge costituzionale è composta, pertanto, da due articoli che modificano l’articolo 114 della Costituzione. In particolare: l’articolo 1 prevede che la legge dello Stato avrà il compito di disciplinare l’ordinamento di Roma Capitale, riconoscendole specifiche forme di autonomia normativa, amministrativa e finanziaria e assicurandole adeguati mezzi e risorse per lo svolgimento delle sue funzioni.

 

Roma Capitale avrà poteri legislativi nelle materie indicate nei commi terzo e quarto dell’articolo 117 della Costituzione che riguardano la potestà regolamentare delle regioni nelle materie di legislazione concorrente e nelle materie di legislazione residuale, escluse le competenze relative alla tutela della salute. Tali poteri saranno definiti attraverso uno statuto speciale che dovrà essere adottato con una maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti dell’Assemblea capitolina, dopo aver consultato la regione Lazio. Roma Capitale dovrà assicurare forme di decentramento nell’esercizio delle sue funzioni amministrative, favorendo una distribuzione più equa e capillare dei poteri amministrativi sul territorio.

 

 

Valerio Casini, consigliere capitolino di Italia Viva.

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